Le croci
Tre croci sono state costruite in tempi remoti sui cigli delle strade più percorse, per consentire una sosta di preghiera ai viandanti. La più antica è «Ol Cruzì» (nella foto) che si trova lungo via Dante a Cerro, nei pressi della discarica, costruita in pietra lavorata.
C’è poi «Ol Cruzòt» in via Aldo Moro, quasi alla fine della strada per Madone, e infine «Ol Cruzì» di Bottanuco, in via Papa Giovanni XXIII all’incrocio con via Donizetti.
L'Adda
Bottanuco è bagnato dal fiume Adda che si frappone tra il paese e la provincia di Milano. Un tempo le donneLa Rosa amavano passare interi pomeriggi sulla riva ad aspettare che i panni, lavati con l’acqua del fiume, si asciugassero. Nel frattempo i ragazzini ne approfittavano per gare di nuoto e di tuffi.
Ancora oggi esiste il cosiddetto «funtanì» (foto in alto), ovvero una piccola fontana che molti anni fa era meta dei malati.
Si diceva infatti che quell’acqua avesse poteri curativi tanto che alcuni medici la consigliavano ai convalescenti. Oltre al «funtanì», si possono ancora oggi visitare la «rösa» (foto al centro), una «vasca» naturale dove le donne lavavano i panni, ilIl Canyon«canyon» (foto in basso), un passaggio stretto e suggestivo fra le alte e scoscese pareti di ceppo, e il canale del mulino recentemento ripulito (mentre il mulino è andato distrutto).
Tutti questi elementi possono essere ammirati percorrendo il sentiero «Da Leonardo all’Unesco», segnalato nei pressi dell’Adda da diversi cartelli. Si tratta di un percorso lungo 20 km, che parte dal traghetto di Leonardo a Villa D’Adda e termina a Crespi D’Adda, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Gli storici addii
Molti elementi storici del paese sono andati distrutti nel tempo. Alcuni demoliti per via dell’incuria, come la chiesa di San Michele, già in rovina nel 1500, o il Castello dei Suardi, abbattuto a Cerro diversi anni fa. Altri sono andati persi in tempi più recenti, a causa di una scarsa tutela dei beni artistici nel nostro paese.
Madonna del S.S. RosarioTra questi, lo stemma del Colleoni affrescato nel 1700 sopra un portone in via Finazzi (nella foto sopra), distrutto a scalpellate nel febbraio 2006, e la Cascina seicentesca di via San Giorgio, rasa al suolo il 4 maggio 2006. Un'auto ha invece sventrato l’ottocentesca Cappella della Madonna del S.S. Rosario (nella foto sotto), il 5 aprile 2006, ma è stata poi ricostruita e inaugurata nel luglio del 2010.